Elkann ha finalmente deciso di mettere la parole fine all’epopea di Motta, il quale con le sue dichiarazioni surrealiste ha attirato confronti con il famoso teatro dell’assurdo di Ionesco, evocando ricordi della figura leggendaria di Chance, il giardiniere, interpretato da Peter Sellers. Il regno di Motta e Giuntoli è stato un palcoscenico grottesco della storia del calcio, dove si contano sulla punta delle dita vittorie in singole serate contro squadre come Lipsia e Manchester City, mentre il resto è stato un susseguirsi di decisioni bizzarre.
Il calcio di Motta è in gran parte simile a un’esperienza comunista, dove gli atleti perdono completamente la propria personalità e la creatività individuale. La rotazione della fascia da capitano e la mancanza di spazio per il pensiero critico hanno escluso i giocatori di talento. La gestione di Giuntoli ha prodotto un disastro economico per il club, con la perdita di giocatori come Szczesny e Danilo, ridotti al silenzio.
Il culmine di questa gestione sconsiderata si è visto nel deterioramento dell’amata Juventus, e sullo sfondo si erge la figura di Max Allegri, che ha vinto cinque scudetti, ridicolmente trascurato nel confronto con Giuntoli. Infine, il panorama mediatico, simile a quello di un regime oppressivo, ha amplificato l’adulazione per questa coppia disastrosa, come se le critiche fossero proibite. Un sentimento di rassegnazione si insinua, evocando il rimpianto di una grandezza andata sprecata.
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